L'acqua è il nostro bene più prezioso, il nostro "oro blu": senza, non c'è vita. Fin dalle nostre origini, ogni grande civiltà si è sviluppata in aree con abbondante disponibilità idrica. Ancora oggi, l'acqua rappresenta un fattore determinante per il benessere e lo sviluppo di tutte le comunità, legata a doppio filo con i temi più caldi per la nostra società, come il diritto al cibo e alla salute, la sicurezza alimentare e l'energia. Per questo è importante non sprecarla e promuoverne un uso corretto e consapevole a tutti i livelli. Gli stessi gestori delle reti di distribuzione sono attivamente impegnati sia a garantire che l'acqua sia sempre disponibile, sicura e di qualità, che a prevenire o ridurre perdite e sprechi utilizzando anche le tecnologie più innovative per il suo recupero (droni, app, ecc.).
Ma cosa succede a livello globale? L'accesso all'acqua è stato riconosciuto a livello internazionale come un diritto umano universale, autonomo e specifico, presupposto per tutti gli altri diritti umani. Di fronte a questa imprescindibile necessità emerge lo spettro del "water grabbing", cioè dell'accaparramento dell'acqua. Di cosa si tratta realmente? Come possiamo rendercene conto?
Intervista a Emanuele Bompan, giornalista ambientale e geografo